guerre
La storia per strada è il titolo di un progetto…
Nel Comune di Cavriglia, a Castelnuovo dei Sabbioni e a…
Nell’immaginario collettivo la Befana è una vecchia goffa, vestita di cenci, dallo sguardo non troppo benevolo che, passando di casa in casa, reca buon auspicio per l’anno nuovo, lascia doni e chiede a sua volta un obolo rappresentato da frutta secca, fieno per l’asinello, legna per ravvivare il fuoco nel camino della casa visitata. Fino al secondo dopoguerra superava, nel sentire popolare, il Natale il quale era riconosciuto come importante festa religiosa e nulla più, mentre era proprio durante la notte dell’Epifania che si ripeteva un rito ancestrale lontano nei secoli ma sempre presente nel sentire comune.
Un anno fa arrivò al museo una registrazione portata da Piero e donata dai familiari di Carlo. Una storia in ottava rima che ripercorreva un episodio importante: la partenza di Carlo per il Cadore, soldato alla Grande Guerra. Carlo poi era tornato a vivere in una terra complicata, fra agricoltura e miniere, alle Radicchie, poi allo Stummiese, due poderi non lontano da San Donato in Avane. Si era sposato con Antonia ed aveva avuto 3 figli….
Fino alla metà del 1914 l’Italia aveva potuto approvvigionarsi per il suo fabbisogno senza particolari difficoltà, ma lo scoppio della guerra pose problemi di ordine completamente diverso e gli scambi diventarono più difficili e costosi. La carenza di carbone che ne conseguì non mancò di sollevare problemi gravi e di difficile risoluzione. Il carbone era infatti utilizzato non solo nelle attività civili (illuminazione, riscaldamento delle città) ma anche in quelle legate strettamente alla guerra. Con il passare dei mesi la situazione diventava sempre più complicata: lo Stato non era in grado di soddisfare la crescente domanda di carbone e il governo si sforzò di trovare fonti energetiche alternative, creando il Comitato per i combustibili nazionali che in seguito a ispezioni e censimenti rese nota la Carta dei giacimenti di combustibili fossili italiani, in cui erano segnalate le presenze di antracite e lignite, petroli e idrocarburi. Al numero diciannove dell’elenco figuravano i giacimenti di lignite del Gruppo del Valdarno…
La Seconda Guerra Mondiale arrivò anche in Valdarno. Il passaggio del fronte nella nostra terra lasciò sangue e macerie. Anche il bacino minerario di Cavriglia fu duramente colpito. Nel 1946 per capire esattamente i danni che la guerra aveva provocato agli impianti, la Società Mineraria iniziò a redigere un documento, arrivato poi a più di 200 pagine, una perizia tecnica per capire i danni che il passaggio del fronte aveva provocato…
orari
SI COMUNICA CHE IL MUSEO MINE CHIUDERA’ DA SABATO 22 SETTEMBRE PER LAVORI AL VECCHIO PAESE DI CASTELNUOVO
dal martedi al venerdi 10.00-13.00
sabato e domenica 10.00-13.00 15.00-18.00
chiuso lunedì
Aperto anche i giorni festivi ad eccezione di 01/01, 15/08, 4/11, 25/12, 26/12 e la domenica di Pasqua
info / prenotazioni
+39 0550193794
info@minecavriglia.it
Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.