25 Ago 2024
category: luoghi , narrazione .

10 voci per 10 storie.

Nel corso del 2024 abbiamo avuto modo di realizzare un podcast grazie all’aiuto e alla collaborazione di MineRadio, una giovane realtà del Valdarno che ha i suoi studi proprio a fianco del museo. Il progetto, che ha ricevuto il contributo dalla Bana del Valdarno Credito Cooperativo, aveva lo scopo di riflettere e riscoprire le sonorità del territorio minerario. Ne è nato un viaggio tra documenti d’archivio e vecchie registrazioni che hanno permesso di recuperare un patrimonio importante.

I suoni sono un altro elemento “volatile” che segna la memoria dei luoghi. Anche il paesaggio delle miniere aveva le  proprie sonorità. “Quando nel 1994 chiusero le miniere sentimmo il silenzio”, questa frase al museo MINE l’abbiamo sentita spesso; pare quasi un’esagerazione ma se andiamo a rileggere la storia delle miniere del Valdarno ci accorgiamo presto che il silenzio indicava ben altre situazioni: uno sciopero, una serrata, un momento di protesta; il silenzio insomma voleva dire che le miniere per qualche motivo non erano attive. La riflessione sul silenzio, che ha caratterizzato il luogo nel quale il museo è stato aperto 12 anni fa, è stata il punto di partenza di questo progetto che ha voluto rimettere in circolo le sonorità dei luoghi e dei corpi che abitavano e abitano ancora oggi le aree prospicienti delle ex miniere.

Le miniere di lignite del Valdarno avevano proprie sonorità che contrassegnavano gli spazi: scoppi, crolli, scricchioli, sirene, treni che sferragliavano e così via… una sonorità che si è prolungata poi dall’escavazione in galleria a quella delle miniere a cielo aperto. Nella seconda metà del Novecento queste sonorità date dal ronzio e cigolio delle macchine, dal loro lento avanzare ricordavano la produttività, il lavoro, le trasformazioni in corso. Questo era il suono prodotto dal corpo metallico, industriale al quale si affiancavano i suoni prodotti dal corpo dei minatori. Se c’è una cosa sulla quale si presta poca attenzione è la sonorità delle voci; esse segnano gli anni di un essere umano e anche le generazioni. Le voci cambiano con i corpi, a seconda dei sessi e delle aree di provenienza. Le sonorità delle miniere erano fatte di metallo e di corpi, giovani, anziani, maschi e femmine. Paesaggi sonori caratterizzati dalla tradizione orale mezzadrile che lentamente era confluita nel mondo industriale. Di questo mondo si sono conservati i testi ma anche voci. Ci sono poi state altre sonorità proprie delle miniere del Valdarno, storie di minatori e miniere cantati da altri, Caterina Bueno ma anche l’opera del Canzoniere del Valdarno fino al combat-folk di Casa del Vento.

Il progetto che abbiamo realizzato è stato un tentativo di far dialogare le voci di ieri con l’oggi, un modo per riascoltare i paesaggi sonori del passato. Un progetto volto a ridar vita alla narrazione orale, strumento attraverso il quale è possibile recuperare quel senso di cura e di valore che attribuiamo al patrimonio culturale materiale e immateriale. Un modo infine per coinvolgere giovani autori del territorio per valorizzare, ricordare e connettere generazioni, storie e sonorità.

(P. Bertoncini)

Qui le puntate del podcast

 

 


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SI COMUNICA CHE IL MUSEO MINE CHIUDERA’ DA SABATO 22 SETTEMBRE PER LAVORI AL VECCHIO PAESE DI CASTELNUOVO

Ci trovate presso la biblioteca comunale Rambaldo Macucci in via Giovanni XXIII 3, Castelnuovo dei Sabbioni (AR)

 

lab culturali

Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.