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archivio fotografico

Abitare significa lasciare impronte, scriveva Benjam. I luoghi nei quali l’uomo vive finiscono sempre per essere caratterizzati dalla sua presenza. Se ci pensiamo bene non ci limitiamo a progettare spazi per ripararci ma diamo loro innumerevoli significati; tutti gli spazi che abitiamo diventano spazi di possesso, spazi nei quali lasciamo tracce, spazi segnati. Ogni spazio abitato da noi è una specie di nostra estensione …
La fotografia ci aiuta a scoprire queste “impronte” e a ricostruire quelle passate.

 

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L’archivio fotografico Enel si compone di 4185 immagini in bianco/nero e a colori che illustrano la storia della escavazione mineraria a cielo aperto, la trasformazione del territorio e l’attività lavorativa delle miniere dagli anni Cinquanta del Novecento ai primi anni 2000.

L’archivio si compone di più di 10.000 immagini prevalentemente realizzate da Emilio Polverini che ricostruiscono la storia delle miniere e del territorio. All’interno dell’archivio si conservano anche immagini provenienti da altri autori, le riproduzioni da lastra del fotografo castelnuovese Leo Camici che documentò la storia delle miniere e del territorio (anche il passaggio del fronte) dagli anni ’30 agli anni ’50 del secolo scorso. Un lunghissimo viaggio che dalla fine del 1800 ci porta ad oggi.

L’archivio si compone di 347 stampe di vario formato che trattano temi legati alla storia delle miniere e del territorio Altre immagini inerenti la storia delle miniere, del territorio e della vita famigliare sono conservate presso il fondo ASE e il fondo Donazioni.

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orari
dal martedi al venerdi 10.00-13.00

sabato e domenica 10.00-13.00 15.00-18.00

chiuso lunedì

Aperto anche i giorni festivi ad eccezione di 01/01, 15/08, 4/11, 25/12, 26/12 e la domenica di Pasqua

Si avvisano i visitatori che a breve il museo avrà il seguente numero di telefono +390550193794

lab culturali

Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.