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donazioni

Partecipazione. Questa sezione è davvero particolare e molto importante per noi. E’ lo spazio che raccoglie e mostra ciò che ci avete donato nel tempo perché tante altre persone possano vedere, studiare, conoscere.
E’ grazie alle donazioni che il museo MINE ha una collezione “partecipata” dove ognuno di voi ha contributo a raccontare un pezzettino della storia.


Chi era Rambaldo? Attorno alla metà degli anni ’70 del secolo scorso gli abitanti della parte alta del vecchio paese di Castelnuovo dei Sabbioni furono costretti a lasciare le proprie case. In una di queste, proprio sotto l’arco della Galletta aveva vissuto Rambaldo, la persona che pochi decenni dopo sarebbe stata ricordata da tutti come l‘ultimo abitante di Castello. Classe 1915, Metrino o Ramma, come lo chiamavano in paese, era un pittore e un narratore di storie. Assunto alla miniera come addetto al transito, nel tempo libero si dedicava al teatro, leggeva, studiava, dipingeva e cercava di capire quel mondo minerario e naturale che lo circondava, guardando con occhio attento, scrutando i suoi segreti e immaginando le trasformazioni. Metrino ha attraversato la storia delle miniere e proprio a lui si ispirò Alessandro Benvenuti nel 1995 quando trasformò il vecchio paese di Castelnuovo in un set cinematografico, girandovi il film Ivo il Tardivo. Rambaldo amava collezionare e nel suo piccolo museo aveva raccolto anche 406 conchiglie, di varie forme e dimensioni. Provenivano dalla terra di Siena, quando lì c’era il mare… ed oggi sono custodite al museo.

Dal 2019 abbiamo ricostruito la storia di una serie di materiali scoperti casualmente. Essi provengono dal quel piccolo museo scolastico che rappresenta oggi la collezione stessa del MINE. Alcuni di essi sono custoditi ed esposti in un percorso dedicato ai più piccoli e alle scolaresche. La collezione si compone di 211 foglie fossili e 102 minerali.

Il materiale donato al museo si compone di 60 volumi, 82 minerali, 29 fossili – pigne e noci d’acqua – e 8 oggetti, alcuni già allestiti e resi visibili nel percorso museale.

Esso si compone di 5 volumi, 18 fotografie e 32 documenti di un periodo compreso fra il 1919 al 1960.

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Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.