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sala 7

albero infinito

Albero infinito è l’opera che chiude il percorso di visita del museo. Racconta l’identità in continuo mutamento del territorio della valle delle miniere e dei paesi ad essa legati, dalle radici ai frutti e dai frutti alle radici in un processo senza fine. Senza fine sono infatti le trasformazioni di questo territorio, caratterizzate dal rapporto profondo e a volte conflittuale tra l’uomo e la natura di cui fa parte.

 

Dalle origini della lignite, formatasi dagli antichi alberi del Pliocene, alle miniere del XIX e XX secolo, passando attraverso gli orrori della guerra e degli eccidi, per giungere alle grandi escavazioni iniziate negli anni ‘50 del secolo scorso che hanno portato progresso e lavoro ma anche la distruzione di paesi e lo stravolgimento di un paesaggio, riportando parte della valle ad essere lago, come milioni di anni fa.

 

Albero perché è una metafora che rappresenta bene questo processo di trasformazione, questo ciclo continuo di vita, morte, rinascita e crescita. Albero perché la storia di questo territorio nasce appunto dagli alberi.

 

Albero infinito è un’opera monolitica ma dinamica, una pianta circolare, una sorta di canneto in ferro che sembra passare da sotto il pavimento della sala per continuare sopra il soffitto in un flusso unico di linfa che scorre dentro e che esce e prende forma attraverso gli squarci presenti sulla corteccia, da cui si affacciano storie narrate da volti, vite, paesaggi, suoni e risonanze.

 

Non ci sono parole ma solo flussi, non ci sono domande ma solo ascolto, non c’è più il capire ma il sentire. Nella nuova era, che seguirà quella dell’Antropocene, l’uomo saprà scorrere come l’acqua? Saprà farsi flusso? Saprà essere linfa? Albero infinito consegna al visitatore un segreto e una responsabilità.

 

L’opera, che si trova al centro di quella che è diventata una specie di scatola magica, mette in relazione varie materie e linguaggi. È costruita con profili di ferro grezzo e sui tre monitor incassati scorrono animazione e live action. È un’opera sinestetica che si può toccare, ascoltare, guardare, anche annusare volendo.

 

Albero infinito prodotto da MACMA – a cura di Tommaso Orbi – è parte di LINFA – frammenti da un giardino planetario: espansione, contaminazione e trasformazione, un  progetto nato dalla collaborazione tra Comune di Cavriglia, MINE museo e MACMA, sostenuto dal Comune di Cavriglia e Fondazione CR Firenze nell’ambito del Bando Laboratori Culturali 2019, realizzato anche in collaborazione con I.S.I.S. “Benedetto Varchi” di Montevarchi.

 

Credits. Protagonisti opera audiovisiva Albero Infinito: Alfonso Biagioni, Viviana Benucci, Neda Crini, Aldo Dini, Gino Franchini, Tito Giannetti, Giorgio Grassi, Marisa Melani, Giuliana Mugnai, Emilio Polverini.
Produzione: MACMA/ progettazione struttura + regia, riprese e montaggio opera audiovisiva: Tommaso Orbi; animazioni opera audiovisiva: Gianfranco Bonadies; musiche opera audiovisiva: Daniele Malvisi; altre musiche opera audiovisiva: Lorenzo Perferi, Alex Fitch (Seeking Clarity pt. II), Doug Maxwell (Sea Of DoomI), Satellite Ensemble (West Strings); presa diretta del suono opera audiovisiva: Antonio Di Virgilio.
Repertori fotografici e audiovisivi opera audiovisiva: Museo Mine, ENEL, Alfonso Biagioni, Filippo Boni, Giorgio Grassi, Emilio Polverini. Progettazione struttura: Cosimo Balestri; costruzione struttura: B.Mec di Jacopo Burini: impianto audio e video: Quitapesares di Antonio Di Virgilio e TNT Events supporto organizzativo: Fulvia Orifici
comunicazione Olimpia Bonechi

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Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.