Il sottosuolo dell’ex area mineraria di Cavriglia, non nascondeva tra depositi di sabbie e argille solo la lignite. Al suo interno erano rimasti intrappolati anche fossili di animali, di foglie e di semi. Inoltre bisogna aggiungere che tutto il Valdarno è ricco di depositi fossiliferi e molte sono le aree dove reperti, più o meno antichi, sono venuti alla luce nel corso dei secoli…
Fino alla metà del 1914 l’Italia aveva potuto approvvigionarsi per il suo fabbisogno senza particolari difficoltà, ma lo scoppio della guerra pose problemi di ordine completamente diverso e gli scambi diventarono più difficili e costosi. La carenza di carbone che ne conseguì non mancò di sollevare problemi gravi e di difficile risoluzione. Il carbone era infatti utilizzato non solo nelle attività civili (illuminazione, riscaldamento delle città) ma anche in quelle legate strettamente alla guerra. Con il passare dei mesi la situazione diventava sempre più complicata: lo Stato non era in grado di soddisfare la crescente domanda di carbone e il governo si sforzò di trovare fonti energetiche alternative, creando il Comitato per i combustibili nazionali che in seguito a ispezioni e censimenti rese nota la Carta dei giacimenti di combustibili fossili italiani, in cui erano segnalate le presenze di antracite e lignite, petroli e idrocarburi. Al numero diciannove dell’elenco figuravano i giacimenti di lignite del Gruppo del Valdarno…
orari
SI COMUNICA CHE IL MUSEO MINE CHIUDERA’ DA SABATO 22 SETTEMBRE PER LAVORI AL VECCHIO PAESE DI CASTELNUOVO
Ci trovate presso la biblioteca comunale Rambaldo Macucci in via Giovanni XXIII 3, Castelnuovo dei Sabbioni (AR)
info / prenotazioni
+39 055967233
minecavriglia@gmail.com
Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “LABORATORI CULTURALI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica ai musei toscani per contribuire alla realizzazione di progetti volti all’innovazione digitale e allo sviluppo di nuovi pubblici.