16 Nov 2022
category: luoghi , miniere ed energia , narrazione .

TUTTI ALL’ISOLLA….

La chiesa di Santa Maria all’Isolla, un piccolo oratorio con un campanile, era posta poco distante dal paese di San Donato in Avane e ha dipeso nel tempo dalla chiesa del paese. Si trova proprio in cima alla collina, non lontano dalla Pieve di Gaville. L’oratorio è un piccolo edificio religioso, nel tempo era stato meta di pellegrinaggio e di una grande festa che veniva fatta nel periodo dell’Ascensione, nel mese di maggio. Questa festa era un momento di ritrovo per grandi e piccini; si andava all’Isolla, dopo aver ascoltato la messa a San Donato; a piedi tutti partivano per dirigersi al piccolo oratorio e la giornata si concludeva sempre con una grande merenda fatta di salumi, pane, frittate e dolci fritti in casa.
Santa Maria all’Isolla, come pochi altri edifici del territorio, è sopravvissuta all’escavazione mineraria della lignite e alla trasformazione dei luoghi. Vista oggi non sembra nemmeno così importante e di fatto non aveva degli elementi architettonici particolarmente pregiati. La sua importanza stava tutta nel significato che i sandonatesi le attribuivano. Alcuni documenti ci aiutano a capire com’era fatta “l’Isolla”, oggi edificio di proprietà privata. E’ stato Monsignor Dell’Olmo a ricostruire la storia. Essa viene citata per la prima nel Libro di Montaperti, almeno così pare. Siamo tra il 1260 e il 1280 ma l’oratorio porta altro nome, Santa Maria alla Ghisella, sesto di San Piero in Scheraggio. Nel 1400 viene ricordata sotto la pieve di Gaville: era parroco Lapo Martini, il podere produceva 19 sestari di frumento e vi erano 15 anime attorno alla chiesetta.

Nonostante fosse ben diversa dall’importante pieve di Gaville, tra il 1526 e il 1529 fu visitata dal vescovo Folchi e nel 1539 vi arrivò anche il vescovo Baccio Martelli. Ma la storia dell’Isolla va avanti nei secoli. Nel 1500 viene nominata più volte per le rendite e per la popolazione, in aumento rispetto al secolo precedente. Nel 1549 compare vicino al nome di Niccolò della Foresta per una rendita di 25 fiorini e 60 anime; tra il 1575 e il 1577 Santa Maria all’Isolla diviene patronato Della Foresta prima e Capponi poi: sotto il suo tetto trovano riparo 8 famiglie e 30 anime. Da quel momento non sappiamo molto di più su questo piccolo edificio religioso. L’affresco raffigurante una Madonna in trono con Bambino, opera cara agli abitanti del posto, è stato datato dagli studiosi tra il 1500 e il 1700; un affresco che, proprio per la devozione popolare, in tempi più vicini a noi iniziò a essere oggetto di un progetto di salvataggio.

Con l’escavazione a cielo aperto delle miniere di lignite che aveva interessato l’area di San Donato in Avane a partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento il piccolo oratorio dell’Isolla non fu più utilizzato e ben presto si trovò in stato di abbandono e senza più una strada di accesso. Si temeva per la sorta della chiesa, la popolazione sapeva bene che gran parte degli edifici che si trovavano dentro la concessione mineraria sarebbero stati distrutti, molti a quell’epoca già non esistevano più. Preoccupati per la triste fine dell’Isolla alcune persone iniziarono a cercare una soluzione per salvare almeno l’affresco posto sopra il piccolo altare. Il 20 gennaio del 1990 il Presidente della Commissione per l’arte sacra della Curia Vescovile di Fiesole si disse favorevole alla possibilità di restaurare e spostare nella pieve di Gaville l’affresco della Madonna con Bambino. Fu un anno lungo: la corrispondenza tra i vari enti coinvolti nella vicenda per trovare una soluzione fu molta e intensa. Tutti concordavano che l’affresco in qualche modo doveva essere salvato, proprio perché simbolo di devozione popolare e così la Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici autorizzò “tutte le opere necessarie all’immediata salvaguardia della pittura murale” che si trovava sulla parete absidale della chiesa. Passarono gli anni, l’edificio divenne di proprietà privata e fu ristrutturato per essere adibito ad altri usi.

(P. Bertoncini)

 

(Le informazioni sono tratte dalla Relazione sull’attività mineraria in atto nel giacimento di Allori- San Donato- Gaville del luglio 1983 e da un manoscritto di Monsignor Dell’Olmo conservato presso gli archivi della miniera).


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